domenica 15 febbraio 2009

Casalinghe imbranate

Lei: “Amore, 'spetta un attimo che devo comprare un po' di pesce. Che pizza, mi tocca mangiarlo tutti i giorni e neanche lo so cucinare...ora prendo il pescespada che è quello più facile e sembra una bistecca.....”
Commessa: “Dica”
Lei: “Vorrei quello là, il pescespada”
Commessa: “......”
Commessa: “.....quello?”
Lei: “Sì”
Commessa: “Ehm....quello non è pesce spada...”
Lei: “.......”
Commessa: “Quello è salmone....è rosa...”
Lei: “.......”
Commessa: “...ne vuole un trancio?”
Lei: “Solo un attimo: sto pensando a come uscirne in maniera elegante”

15 commenti:

  1. Mi permetto: ne sarei uscito mettendo anche il salmone sulla griglia. In fondo è rosa, mica cattivo! ;-)

    ciao!

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  2. p.s.: nel blogroll... ci stanno tanto bene anche i babbi. Eh.

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  3. sicuramente, ma lo sguardo di pietà della commessa era perforante. Avevi bisogno di riprendermi.
    Ok, aggiungo gli ommini, va!! :-)

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  4. ...piccolo insegnamento zen...
    la prossima volta, guardare la commessa negli occhi e chiedere "vorrei del pescespada".

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  5. @ LP: ehi! Hai ragione, ma...e se mi fanno le classiche domande tipo "Lo vuole così o cosà?". Quando me lo facevano per il salame le prime volte cadevo in crisi e mimavo scioltezza: "Massì, mi dia quello va!" come se fossi in grado di dire di cosa sapeva...

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  6. Devi essere sempre molto attenta a cio' che ti circonda: questo e' zen. E quindi tu ascolterai se lo vuoi "A" o "B" e risponderai con il suono che ti sembra piu' armonico. :)

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Solo una fervida mente ingegneristica poteva formulare "Lo zen e l'arte di acquistare il pescespada". LP, Pirsig ti può fare da lacchè. A prescindere, per inciso :)

    P.S.: ripostato causa orrore di stompa che, visto il mio mestiere, non poteva non causarmi uno scompenso tale da costringermi a letto per una settimana nutrendomi di semolino e libri di Pirandello.

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  9. ...quindi essendo malata, niente libri di cibernetica e insalate di matematica? :| Peccato ;)

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  10. Io! Io! Questa sembro proprio io!!! :D
    Conosco lo sguardo di pietà del negoziante...
    Ciao

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  11. @ LP e Gemma: esiste lo zen e l'arte di acquistare bio ed eco? servirebbe.

    @ mammamanga: che mondo difficile....

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  12. N, non esiste "lo zen e l'arte di acquistare bio ed eco". Ti ci fanno incaxxare troppo quando ci provi...

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  13. Per acquistare bio&eco o quantomeno sano lo zen è necessario: è infatti una pratica che, senza le opportune precauzioni, può portare alla follia.
    In base alla mia esperienza, visto che a comprare bio si infligge un colpo mortale al già sguarnito portafogli, è saggio limitarsi all’indispensabile e privilegiare il chilometro (quasi) zero, ovvero:
    a) frutta e verdura al mercatino (io ho la fortuna di averlo dietro casa) e alle bancarelle dei contadini: quelli seri indicano la provenienza e offrono produzione propria, e con ciò si associano dindi risparmiati e pappa sana in tavola;
    b) il pesce presso rivenditore di fiducia facendo attenzione alla provenienza (per dire: se c'è un polpo pescato ad Anzio e una bestia equivalente però di mare siculo, si predilige il celenterato della costa laziale);
    c) carne bio al supermarket, confidando nelle offerte sennò devi fare un leasing; non ti suggerisco di chiedere al tuo macellaio perché visti i tuoi precedenti post non voglio causare incidenti diplomatici;
    d) se si fa largo uso di riso di tipo orientale, in attesa che il basmati della Bassa Padana sia disponibile non solo all'Ipercoop (a Roma più raro di un sussulto etico in Daniele Capezzone) si prende quello dei negozietti indiani e africani ormai diffusi ovunque, così i dindi finiscono ai volenterosi negozianti e non alla grande distribuzione, che perdipiù te lo fa pagare il doppio;
    e) i detersivi, presso quella nota catena che ha quale simbolo la coccinella e li vende pure sfusi: porti il contenitore da casa ed eviti così di sprecare plastica;
    f) per la cioccolata due opzioni: famosa marca cuneese che c'è in tutti i negozi più forniti (è stata la prima a pensare anche ai diabetici), oppure la cooperativa Don Puglisi di Modica, che oltre a fornire prodotti di qualità superiore impiega e rende indipendenti le ragazze madri ospitate nell'omonima casa di accoglienza con i loro piccini;
    g) dolci, biscotti e marmellate per quanto mi riguarda li faccio rigorosamente io con le manuzze sante, oppure confido nei frequenti attacchi di ardore pasticcero di mia zia e della mamma di LP, autentiche dee del mattarello.
    Da codesto elenco che sintetizza il modus operandi della casalinga consapevole, si può agevolmente dedurre che i maestri zen a detta casalinga je spicciano casa. Pertanto, se proprio vuoi mettere in pratica quanto sopra, fatti dare una mano dal futuro bi-babbo: giacché son certa che egli è il proverbiale pezzo de pane, ti eviterai crisi di nervi e scarpinate con la sporta già stracarica (ho infatti notato che più la spesa è a chilometri zero, più chilometri fa l’acquirente).
    E dopo siffatta tirata vado a consolarmi con una dose di lychees sciroppati: non sono a chilometri zero, ma mi sono depressa a un punto tale che nun me ne po’ fregà de meno.

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  14. Ahahahhahaha oddio mi state facendo morire tutti..ahahahha..e pensare che dovrei studiare Tedesco per un esame!!! Oddio vi adoro!!! Sono capitata qui ieri per caso, non me ne andrò più!!!!!

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